mercoledì 20 gennaio 2010

Archivio: gli articoli de "L'Osservatore Romano" pubblicati in occasione dei funerali e dell'ottavario della SdD Giuseppina Berettoni

21 gennaio 1927

Sull’Osservatore Romano apparvero due articoli interessanti sulla figura della “vergine romana” apostola ed educatrice cristiana.

21 gennaio


L'Osservatore Romano di venerdì 21 gennaio, a soli tre giorni dalla morte, pubblicò il primo articolo che viene riportato nella sua forma integrale e che sottolinea l'amore eroico della serva di Dio verso tutte le miserie del prossimo.

IN MORTE DI GIUSEPPINA BERETTONI

Stamane nella chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Marcellino in Via Merulana sono state, con frequenza di devoto pubblico, celebrate le esequie della signorina Giuseppina Berettoni, defunta improvvisamente lunedì nella Basilica di S. Maria Maggiore.
La morte di questa eletta e privilegiata, per quanto agli occhi del mondo nascosta creatura, segna la scomparsa di una di quelle figure di vergini romane, eredi dello spirito e continuatrici delle opere delle illustri eroine che vanta la Chiesa di Roma.
Nata il 6 agosto 1875 nella stessa parrocchia di S. Maria Maggiore, negli anni cinquantuno da lei vissuti in mezzo al secolo con illibata purezza e fervente pietà claustrale, la Berettoni venne costantemente intessendo una tela mirabile di opere della più squisita carità cristiana.
Il ministro della scuola, che esercitò fino a sabato scorso a Ponte Mammolo, dove, non è molto, era passata da Magliana, fu per Giuseppina un esercizio della più alta beneficenza pel dono pregevolissimo ricevuto dal cielo di saper rivolgere soavemente al bene l'animo dei fanciulli.
Al suo tirocinio i piccoli crescevano buoni e pii; anzi non pochi sotto la guida materna di lei coi primi rudimenti della cultura apprendevano a schiudere l'anima tenerella alla grande idea della vita sacerdotale, e, innanzi di pur toccare le soglie dell’adolescenza, fatte appena le classi elementari, passavano o nei seminari o in scuole preparatorie di Ordini religiosi per divenire un giorno sacerdoti zelanti di Gesù Cristo.
Nel tempo libero dall’insegnamento, così durante il giorno, come anche di notte, tutta effondevasi la pia donna nella cura del prossimo, o procurando aiuto ai poveri con mille industrie sempre discrete e prudenti, o assistendo gli infermi più abbandonati. Per molti di questi ultimi fu essa l'angelo benigno che spezzò loro le catene del peccato e le schiuse le porte del paradiso.
Tutto poi ella sapeva compiere con amabile disinvoltura, giocondissimo brio, attraente modestia e prudenza più che virile, a niente altro mirando che ad amare più ferventemente Gesù e a farlo amare dagli altri.
E Gesù, mistico sposo dell’elettissima vergine, le concesse appunto, come tanto la Giuseppina aveva bramato, di morire sul campo del lavoro non solo, ma proprio nell’augusto tempio romano dedicato alla gran Madre di Dio, ai piedi di quel medesimo altare dove pochi istanti prima erasi sacramentalmente congiunto con la sua diletta, che non conobbe altro amore che Lui, che altra brama non ebbe se non quella di goderlo svelatamente nel cielo.


24 gennaio 1927

L'OSSERVATORE ROMANO nell'ottavario della morte di Giuseppina, il 24 gennaio 1927, scrisse:

Un Ufficio Funebre alla Magliana
per Giuseppina Berettoni

Se tutti hanno avuto una parola di cordoglio e di dolore per la fulminea e immatura morte, tanto più sentono il dovere di dirla le opere Parrocchiali femminili di Magliana, di cui era stata fondatrice e direttrice da ben sette anni, come tutti gli abitanti di questa borgata, dove ella da dodici anni ha profuso tutti i tesori della sua bontà e del suo cuore materno.

E ad esempio di questi sentimenti di gratitudine questa mattina, ottavario della morte, è stato celebrato un solenne funerale, a cui hanno partecipato quasi al completo le iscritte alle Associazioni, offrendo la S. Comunione per l'indimenticabile donna.

Ancora oggi numerosi fedeli 
si recano alla tomba di Giuseppina